“Ancora una volta ci troviamo costretti a ribadire alcune nozioni costituzionali a chi continua a pressare l’Amministrazione Regionale perché venga introdotto l’obbligo, per gli enti di formazione che fruiscono di finanziamenti regionali, di applicare un unico contratto, applicazione che oltre ad essere costituzionalmente illegittima, non comporterebbe al con vantaggio agli operatori del settore”. Queste le parole del Presidente di Federterziario Scuola Vito Andrea Vinci che ha sottoscritto, unitamente a Federterziario Sicilia una nota inviata agli assessorati competenti e al Presidente Schifani, nella quale si evidenziava la preoccupazione per quanto dichiarato dall’assessore Turano, a seguito dell’incontro con CGIL, CISL, UIL e CONFSAL, in ordine alla volontà di introdurre, per il settore della formazione finanziata dalla Regione, l’obbligo di applicazione di un contratto unico.
“È evidente che ove ciò avvenisse – ha evidenziato Vinci - non solo la Regione incorrerebbe in un atto contrario ai principi costituzionali (artt. 2, 39 e 41), come ribadito più volte sia dalla Corte Costituzionale che dalla Corte di Cassazione e dalla Corte dei Conti, ma sconfesserebbe quanto dalla stessa Regione affermato nella nota Prot. 17440 del 27 aprile 2021, nella quale si esplicitava che il richiamo ad uno specifico contratto collettivo contenuto nell’Avviso 40/2021 andava inteso come rinvio a qualsiasi contratto nazionale di lavoro attinente al settore”.
“Nella nota inviata abbiamo fatto presente – ha ribadito il Delegato Regionale Federterziario alla Formazione Tony Marfia – che come più volte la Corte Costituzionale abbia ribadito che nessuna norma possa attribuire efficacia erga omnes a questo o quel contratto, perché in tal caso verrebbe violato l’art. 39 della Costituzione e che non rientra nella discrezionalità dell’amministrazione pubblica quella di esigere dagli operatori economici, ai fini della partecipazione alla gara, un determinato contratto collettivo nazionale di lavoro, tanto più qualora una o più tipologie di contratti collettivi possano anche solo astrattamente adattarsi alle prestazioni oggetto del servizio da affidare.”
“Ci auspichiamo che, nonostante le continue pressioni di chi vuole vedere imposto il proprio CCNL a scapito della libertà sindacale costituzionalmente garantita e della libertà dell’imprenditore di adottare il contratto che ritiene più attinente e funzionale alla propria attività produttiva, la Regione non ceda a tali forme di illegittime sollecitazioni, perché in caso contrario, saremmo costretti ad agire per tutelare tutti gli operatori della formazione professionale, nelle sedi opportune, anche interessando la Corte Costituzionale”.
“In ogni caso - ha concluso Marfia- ribadiamo la nostra disponibilità, ad ogni forma di confronto sui gravi e reali problemi del settore”
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